Comunicato Stampa del 07/11/2002
Torino
La
mafia è anche cosa nostra
Una
giornata con don Ciotti e il procuratore Caselli per riflettere sui movimenti mafiosi
Mercoledì 23 ottobre. Dal
liceo Des Ambrois di Oulx parte una delegazione di sei studenti accompagnati dal prof.
Saverio Amato. La meta è lOasi di Cavoretto, dove parteciperanno ad un seminario
organizzato dallassociazione Libera contro le mafie, tenuto dal procuratore di
Torino Caselli e da don Luigi Ciotti. Saranno inoltre presenti Davide Mattiello e Laura
Caselli (referenti di Libera Piemonte) e Maria Pia Brunato (rappresentante della provincia
e responsabile del progetto Libera nelle scuole).
Siamo
qui non per una passerella estetica, ma per lavorare. Si apre così il seminario,
con le parole di Davide Mattiello.
E a
questo punto che si entra nel vivo. Caselli illustra le tipologie di mafia e i modi
attraverso i quali essa opera. Il suo appello è forte: Chi afferma di poter
convivere con la mafia sta bestemmiando. Voi siete giovani, non dovete fidarvi solo delle
opinioni che vi vengono date, cercatene altre, confrontatele, costruitevi la capacità di
scegliere tra le varie possibilità tenendo conto del loro contenuto. Infine,
laugurio, che è anche un invito a lavorare: Cari ragazzi, se volete essere
felici, datevi da fare!
Altrettanto
carico e acceso lintervento di don Luigi Ciotti: Il problema delle mafie è
cosa nostra ed è il silenzio che ci fa complici dellingiustizia. Siamo chiamati a
fare la nostra parte, a metterci in gioco, a essere davvero dei cittadini. Impegniamoci a
costruire una città più vivibile non solo con le aree verdi, ma con i rapporti sociali
con le persone. Dobbiamo prevenire i crimini. Cominciamo dalle piccole cose.
Il seminario
si è poi concluso con i lavori di gruppo degli studenti e dei loro insegnanti. E
stata questa loccasione per discutere, per cercare di individuare le possibili
strategie per combattere la cultura della mafia, per porre laccento
sullimportanza della cultura di giustizia, da sviluppare partendo proprio dai
giovani, dalle scuole, dai luoghi più vicini e comuni. Nonostante la complessità del
problema, è emerso con chiarezza che i giovani non vogliono rassegnarsi: come tutto ciò
che comincia, la mafia può avere una fine, Caselli e don Ciotti lo hanno ribadito più
volte; limportante è esserne consapevoli, perché davvero la mafia è anche
cosa nostra.
Laura Natale