La straordinaria storia delle Alpi e dell'Oceano prealpino

9 Percorsi di scoperta...

Percorso n. 7

[primavera, estate, autunno - trekking]

Sauze d'Oulx - Monfol - Seu - Salbertrand

 
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A scuola nella natura: il Guardiaparco e gli Studenti del Des Ambrois

Aspetti principali: Geologia, Botanica, Zoologia, Storia

Grado di difficoltà facile
Lunghezza 9.000 m
Dislivello 700 m
Tempo di percorrenza  6 ore
Periodo  primavera, estate, autunno

Il percorso descritto si svolge per la maggior parte all’interno del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, se si effettua con un gruppo è quindi indispensabile farsi accompagnare da un guardiaparco.

Si parte dalla stazione di arrivo dei pullman a Sauze d’Oulx, di qui proseguire in direzione Gran Villar-Monfol  percorrendo una stradina asfaltata che corre parallela alla Valle in direzione W-E, grazie alla quale si arriva in poco più di mezz’ora a Monfol. Si tratta di una borgata che si affaccia come da una balconata sulla piana di Oulx, perlopiù disabitata, nella quale molte antiche baite sono state ristrutturate come case di villeggiatura nel pieno rispetto delle tipologie originali con risultati di grande effetto. Il villaggio merita una visita attenta, tra le abitazioni ci sono ancora i resti di alcune postazioni militari erette all’inizio del 1900 a guardia della valle sottostante.  

La sosta ci  consentirà anche di osservare il panorama del monte Clotesse e Seguret, di cui il secondo ha avuto origine in un basso bacino lagunare come testimonia la presenza di una cava di gesso e di una serie di affioramenti di calcari che sono stati in parte metamorfosati costituendo i caratteristici calcescisti che in questa zona vengono utilizzati per ottenere le “lose”, lastre di pietra con le quali vengono ricoperti i tetti delle baite; ben visibili una serie di grotte ed i tipici “denti” formatesi a causa dei fenomeni carsici per il quali il carbonato di calcio presente nei minerali viene solubilizzato dall’acqua circolante e portato via, mentre rimangono in sito i minerali più resistenti che danno origine a formazioni particolari. Da qui, continuare il percorso lungo la strada che ora è sterrata e ben presto si inoltra nel fitto bosco che dà il nome a questo splendido parco. Con pochi tornanti, dopo l’alpeggio di Randuin, la strada si porta alla quota che manterrà per il resto del percorso fino alle grange del Seu. Lungo questo tratto di percorso avremo modo di osservare l’ambiente più tipico di questo Parco, si tratta di un fitto bosco misto di abete bianco e rosso, nel quale alla quota di circa 2000 metri prendono sopravvento i pini cembri e i larici. Gli esemplari di queste specie sono così vigorosi e ben formati da essere inseriti nel Libro Nazionale dei boschi da seme. Dopo circa un’ ora di cammino raggiungeremo una radura nella quale sorge la piccola frazione del Seu; si tratta di un grazioso gruppo di baite che in passato venivano utilizzate in estate da famiglie di allevatori della valle che portavano gli animali all’alpeggio e coltivavano i pochi prodotti che le condizioni ambientali consentivano di ottenere. Oggi alcune di queste baite sono state ristrutturate, ed una è il rifugio Arlaud, che su prenotazione può ospitare alcuni escursionisti o fornire ottimi pasti tipici. Ci troviamo in una posizione molto panoramica che ci permette di fare osservazioni sui diversi ambienti del Parco che si manifestano in funzione della diversa quota ed esposizione. Dopo la meritata sosta si può tornare a Sauze ripercorrendo la strada dell’andata o meglio si può scendere a Salbertrand grazie ad un ripido sentiero che ci porterà, dopo una discesa di circa 700mt di dislivello, nella zona attrezzata “Pinea”. Di qui con una piccola deviazione si può raggiungere il suggestivo laghetto della ghiacciaia, di origine artificiale ma ben inserito nell’ambiente, che in passato veniva utilizzato come dice il suo nome per produrre ghiaccio che veniva trasportato fino a Torino dove era venduto per raffreddare le “ghiacciaie”, precursori dei nostri frigoriferi.

Da qui proseguire verso l’abitato del paese, dove meritano una visita il vecchio mulino, recentemente recuperato nel pieno rispetto dell’architettura originale, ed il forno.

Molto interessante è la visita alla sede del Parco del Gran Bosco, dove grazie ad una serie di diorami sarà possibile osservare con calma e a distanza ravvicinata i principali vertebrati che vivono nella valle compreso il lupo che da pochi anni ha fatto ritorno in questo ambiente occupando il suo tipico ruolo al vertice della catena alimentare.

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