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Il Museo Diocesano d'Arte Sacra

Le statue di Bousson

La Maddalena Sant'Anna L'Eterno Approfondimento
Approfondimento
  1. Breve storia della chiesa parrocchiale di Bousson
  2. La Madonna del Lago Nero
  3. La Visitazione
  4. La Casa delle Lapidi
  5. Bibliografia

1. Breve storia della chiesa parrocchiale di Bousson

I più antichi documenti in nostro possesso, che riguardano l'attuale Chiesa parrocchiale di Bousson sono relativamente tardivi. Essi infatti risalgono al 1693, anno successivo all'incendio che i Valdesi avevano appiccato al paese durante le loro frequenti scorrerie nell'alta Val Ripa. In quella occasione era andata distrutta anche la casa parrocchiale (ricostruita nel 1697) col suo archivio. Nel 1723 il parroco, don Giovanni Roux, fece stilare una copia dell'atto originale da cui si apprende che il 27 aprile del 1505 alcuni uomini, delegati dagli abitanti di Bousson, presentarono la richiesta di poter erigere e istituire una chiesa parrocchiale nel villaggio. Il priore, esaminata tale richiesta, concesse così ai supplicanti di fondare la Chiesa parrocchiale, sotto il titolo di Santa Maria delle Nevi, secondo la devozione degli abitanti. Ottenuta la licenza di erezione dell'edificio sacro i boussonesi si misero alla ricerca delle maestranze capaci di progettare il nuovo edificio e di dirigerne la costruzione. La scelta cadde sui due fra i più noti architetti e scultori dell'Alta Valle di Susa e del Brianzonese: Matteo Rode del Melezet e Remì Fantin di Nevâche. La chiesa non fu terminata nel 1510, come prevedevano le clausole dell'atto di fondazione, ma soltanto verso il 1515, anno probabile della sua consacrazione. La struttura complessiva esterna ed interna della Chiesa Parrocchiale si può ricondurre allo stile gotico, reso soprattutto evidente nel campanile e nel portale. Non mancano però elementi di stili diversi come il richiamo al romanico o al barocco. Il campanile, collocato a nord-est della chiesa, si innalza inizialmente in maniera tozza, per poi svettare, snellito, con la sua guglia a piramide ottagonale. Una bifora e una trifora ai quattro lati della struttura e il susseguirsi di archetti pensili a tutto sesto che richiamano lo stile romanico si inseriscono armonicamente nella struttura gotica. Il campanile ospitava fin dall'inizio due campane mentre attualmente ve ne sono tre, una delle quali dedicata alla Madonna delle Nevi. Avviciniamoci adesso alla chiesa. La sua massiccia porta di ingresso offre una notevole prova di falegnameria tardo gotica. I pannelli sono ornati con motivi a pergamene vivamente rilevati rispetto al piano di incastro con l'intelaiatura. L'opera è impreziosita da una magnifica serratura, coeva, con piastra traforata a fiordalisi e finestrelle e adorna di delfini a rilievo. Possiamo al riguardo fare un confronto con quelle che ornano le chiese del Brianzonese, anche se al pezzo di Bousson manca un ornamento del chiavistello, cioè la tipica maniglia terminale, fatta a testa di chimera, che caratterizza certi manufatti d'oltralpe. L'elemento favoloso-animalistico a Bousson è comunque ampiamente rappresentato dalle varie protomi di cinghiale, che fissano in più punti la piastra e gli accessori. Inoltrandoci adesso all'interno della chiesa. Essa si compone di una sola navata asimmetrica rispetto all'abside. Lo stile gotico è il tratto dominante. La nostra attenzione sarà immediatamente catturata dal "retable" (cioè l'ancona d'altare). Questo altare ligneo della Scuola del Melezet ha come elemento costante il tipico motivo del tralcio di vite, svolto a rilievo, con andamento sinusoidale, che troviamo in tante altre chiese di questa regione alpina. Al lato destro dell'Abside, in bella mostra, è stata collocata una scultura lignea: si tratta della Madonna del Lago Nero. Nella chiesa è presente anche un affresco che raffigura la Vergine Maria a braccia aperte con ai piedi i suoi devoti. Va datato verso la metà del 1500. Il Battistero, inizialmente costituito dalla sola conca battesimale, in seguito alle costituzioni emanate nel 1596 dal cardinale Broglia, arcivescovo di Torino, verso la metà del 1600 venne arricchito di arredo ligneo, gli venne cioè aggiunta una copertura in legno di noce a piramide ottagonale. In mezzo al padiglione piramidale vi sono due rustiche statue di legno raffiguranti Gesù e Giovanni il Battista. Il tutto sembra opera di intagliatori dell'Alta Valle del XVII sec.

2. La Madonna del Lago Nero

Sul lato destro dell'abside della chiesa parrocchiale di Bousson si può ammirare una scultura lignea. E' la Madonna del Lago Nero. L'immagine in origine era appesa , quasi come un ex voto, sulla facciata della cappella di Notre Dame du Lac Noir. Il rilievo è realizzato in un grande pannello a superficie convessa e non presenta tracce di colore. In origine la mano destra della Madonna era scettrata (reggeva uno scettro) ed era inserita in un apposito incavo. Oggi la mano e lo scettro mancano. Nella base è incisa una preghiera a Notre Dame des Hermites. La preghiera allude al simulacro venerato nel santuario di Einsielden presso Zurigo. Come è possibile un richiamo così lontano? L'immagine della Vergine di Zurigo era divulgata da stampe diffuse in quei territori e anche in Francia. E' probabile che l'anonimo scultore di Bousson per la sua Madonna si sia ispirato alla grande stampa settecentesca raffigurante la Vergine di Einsielden rinvenuta nella chiesa di Amazas, presso Oulx. Le volute, i fregi ondulati, i motivi floreali riempiono ogni superficie della scultura e che si propagano in fasce ed aloni concentrici che ripetono ed amplificano il profilo della figura.

3. La Visitazione

Nel bassorilievo in pietra rappresentante la visitazione, fissato nel muro di cinta dell'antico cimitero, la Madonna e Santa Elisabetta si inscrivono in sagome triangolari simmetriche e collocate a specchio, l'una di fronte all'altra, mentre i panneggi degli abiti si risolvono in un ventaglio di arabeschi floreali. Una tale stilizzazione e i decori presenti sul bassorilievo ci fanno pensare agli ornamenti scolpiti nei pannelli e nelle cornici della facciata della Casa delle Lapidi, sita nello stesso abitato di Bousson. Anche le invocazioni incise alla base dei due bassorilievi riflettono lo spirito e lo stile delle preghiere e dei motti iscritti sulle lapidi del misterioso edificio, sul quale già molto si è scritto, ma la cui origine e destinazione non sono ancora state del tutto accertate. Le decorazioni della "Visitazione" includono elementi di varia origine, specie barocchi, anche se trasformati dalle interpretazioni artigianali dell'Alta Valle di Susa e del vicino Delfinato. Notiamo delle ripetizioni di semplici motivi, sagome piatte, forme vegetali disegnate quasi sempre in modo simmetrico e riproducenti piccole palme, gigli, grandi infiorescenze. Gli spunti barocchi inclusi delle decorazioni ed alcuni elementi dell'abbigliamento, come per esempio la forma delle scarpe che spuntano dall'abito della Maddalena (nella scultura lignea oggi conservata nel museo di Susa) e delle due cugine nella Visitazione di Bousson, ci permettono di collocare il gruppo di queste opere nel XVIII secolo.

4. La Casa delle Lapidi

Questo strano edificio di pietra, a pianta rettangolare, della lunghezza di 15 metri per 10, costruito su due piani sorge nel borgo superiore di Bousson. Sul lato verso ovest sono ancora visibili molte lapidi incastonate nel muro, quasi come i nostri moderni loculi, con scritte in francese antico di un'epoca compresa tra il 1300 e il 1700, i cui contenuti sono religiosi e morali. Tutte le scritte hanno come tema dominante l'ineluttabilità della morte. Le ipotesi sull'origine e la destinazione della Casa delle Lapidi sono molte. Una delle tante attribuisce l'edificio ad un rifugio di perseguitati religiosi del 1200. Ciò si adatterebbe bene ai contenuti espressi nelle scritte delle lapidi. C'è anche però chi parla della Casa delle Lapidi come sede di una piccola comunità di monaci provenienti dall'abbazia della Novalesa, arrivati in Alta Valle all'inizio del XIV secolo. E' probabile che la piccola comunità che si stabilì a Bousson, trascorresse il tempo studiando, insegnando e praticando opere di carità. Una di queste era proprio la sepoltura dei morti del villaggio, almeno fino a che non fu costruita, nel 500, la parrocchia con l'annesso cimitero. Pare anche che i monaci avessero creato una scuola di intaglio in legno di cirmolo e in marmo verde di Bousson, molto prima della Scuola di Melezet. Si potrebbero dunque far risalire a questi monaci o alla loro scuola le sculture in pietra di Maria ed Elisabetta e in legno della Madonna Nera.

5. Bibliografia

  • AA.VV, Valle di Susa Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, (a cura di Giovanni Romano), Torino 1977, pp. 136-139.
  • AA.VV, Valsusa com'era. S'in poughessan rnéisse…, (a cura di Alfredo Gilibert e Luciano Michelozzi), Susa 1976, p.122.
  • Barbara Debernardi, Una diocesi alpina. Il cammino della Chiesa in Valle di Susa, Torino 1991, p.79.
  • Rosanna Carnisio, Escursionismo tra arte e storia in Val di Susa e Delfinato. 60 itinerari nella Repubblica degli Escartons, Torino 1990, pp.121-123.

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