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Le origini della borgata di Soubras risalgono circa al 1600. Essa fu abitata da famiglie residenti fino agli anni 1954-55. Le risorse dell'agricoltura erano orzo, segale, grano saraceno, avena e legumi. Venivano allevati bovini (mentre la carne di questi veniva venduta a Oulx, latte e formaggi venivano tenuti per nutrirsi), ovini e qualche cavallo da tiro (o mulo). Durante la stagione invernale, quando non si praticava l’agricoltura, gli uomini del Soubras si recavano in Francia per lavorare come camerieri a Parigi. Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale gli abitanti di Soubras non ebbero particolari problemi, si limitarono a nascondere le provviste per non doverle portare all’annona. Fino al 1920 al Soubras vi era un maestro che istruiva i bambini del paese: la tradizione montana vuole che il maestro venisse scelto durante la Fiera Franca (che si tiene ancora oggi la prima domenica di ottobre ad Oulx), dove gli abitanti delle frazioni si recavano per gli scambi; questo maestro si trasferiva a Soubras dove gli veniva assegnato l’alloggio attiguo all’aula nella quale teneva le lezioni per tutti i bambini in età scolare. Successivamente, però, i bambini dovettero spostarsi a Oulx, per poter continuare gli studi, affrontando un percorso quotidiano molto lungo e faticoso, specialmente nelle stagioni invernali.

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In seguito, com' è successo in molte altre piccole frazioni alpine, gli abitanti di Soubras, preferirono spostarsi più a valle per avere la sicurezza di un lavoro che garantiva un reddito fisso questo abbandono fu determinato dallo scarso reddito delle attività agro-pastorali e dall'isolamento. Inizialmente fu una migrazione verso la Francia e la bassa valle. Oggi alcuni proprietari delle case di Soubras si stanno attivando per la ristrutturazione delle baite e quindi per un ripopolamento "turistico" della frazione. Nei pressi della chiesa di San Barnaba, dove di recente è stata scoperta un’antica necropoli che testimonia la presenza di una civiltà celtica o romana, si notano nei prati accumuli di pietre, traccia dell’antica attività contadina della pulizia dei campi e dei pascoli oltre che della loro attività di cultura e semina di vari prodotti agricoli che costituivano una delle loro principali fonti di alimentazione.

Come la maggior parte dei villaggi montani anche il Soubras che è situato sulla sinistra orografica della valle della Ripa, che si trova sulla spalla del ghiacciaio, che fino a 10.000 anni fa occupava la Valle di Susa, è in una zona provvista di un rifornimento idrico, adatta alla coltura nonostante i lunghi inverni (ampi prati in dolce declivio, circondano l’abitato), soleggiata e collegata con il fondovalle (Amazas) e altri insediamenti (Pierremenaud) al sicuro da valanghe, frane o inondazioni. Il paese, unito e compatto, è costituito da abitazioni ravvicinate ed esposte verso Sud spesso intervallate da stretti viottoli.L’edificazione della casa era frutto di una cooperazione di gruppo di tutti gli abitanti che collaboravano fra loro. La cooperazione era spontanea, reciproca e molto sviluppata ; quindi stutture quali forno, fontana e mulino, venivano utilizzati da tutti.

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Le case sono costituite con materiali reperibili localmente come le pietre della Ripa e il legno dei boschi circostanti. Il materiale veniva accumulato per anni, finchè non era sufficiente alla costruzione della casa. La struttura originaria dell’abitazione era così suddivisa:

Il piano basso, delimitato da muratura in pietra,é formato da un ingressso coperto una stalla col soffitto a volta a crociera un locale per gli attrezzi e la cucina.
Il primo piano collegato da una scala al pian terreno dove si trovano le camere da letto collocate sopra la cucina, il granaio per riporre i cereali e sul lato più soleggiato il balcone, protetto da una sporgenza del tetto.
L’ultimo piano (sottotetto) in legno è occupato dal fienile. che nella stagone invernale fungeva da isolante termico. Ed era ben areato per facilitare l’essicazione del foraggio.

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La facciata principale delle case è esposta a sud mentre quella a nord è spesso interrotta o protetta da altre case, per sfruttare al meglio il calore del sole e proteggersi dai vente freddi, inoltre avendo animali, depositi e attrezzature sotto lo stesso tetto, era possibile non uscire in caso di forti nevicate. Il fienile, pieno d’inverno, serviva anche come intercapedine per il freddo. Su molte case sono ancora visibili, incise nella pietra le date di edificazione. I tetti originali erano in lose tagliate dai calcescisti molto diffusi in zona; i portoni, generalmente a due battenti, sono sufficentemente larghi per permettere l’ ingresso dei carichi di fieno, e con un foro nella parte inferiore destinato all’ingresso degli animali domestici. All’interno del paese si possono osservare notevoli esempi di archittetura dell’area alpina.

Altre strutture notevoli del paese sono, la fontana  con vasca a pianta ottagonale, in calcare grigio che accoglie le acque fornite da un piantone con capitello di gneiss chiaro a grana fine. All’interno del paese si possono osservare gli affreschi della chiesa di S.Roch e di una casa che serviva da presbiterio.

Le strade della borgata sono completamente dissestate. Molte case sono pericolanti, in alcune sono in corso lavori di recupero per renderle agibili nella stagione estiva.

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