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pagina aggiornata il 08/12/2003 |
unità 2 - Età del Bronzo tra Oriente ed Occidente |
Liceo - Istituto Professionale
Corso di Storia - Età del Bronzo tra Oriente ed Occidente
Biennio
SEZIONE 5 - LE CULTURE DELL'ENTROTERRA EUROPEO |
Percorso avanzato |
1. Il rapporto con l'ambiente |
2. L'organizzazione dell'economia |
3. Le componenti della società |
4. Il sapere |
IL RAPPORTO CON L'AMBIENTE.
Un mondo di foreste. Nell'Età del bronzo, l'Europa continentale e atlantica si presentava come un'inestricabile distesa di alberi, solcata da corsi d'acqua e punteggiata di paludi. L'oceano verso Occidente, il gelo artico a Nord, le sterminate steppe eurasiatiche ad Est e le catene montuose dei Pirenei, delle Alpi e dei Balcani a Meridione ne rappresentavano gli evidenti limiti geografici.
All'interno di questo territorio non si trovano barriere naturali insuperabili: i sistemi montuosi (ad esempio, i Carpazi o i Sudeti) non presentano altezze eccessive né si riscontrano deserti o mari. I fiumi sono numerosi e, se talvolta il loro corso è così largo da renderne difficoltoso l'attraversamento (come nel caso del Danubio e del Reno), in compenso scorrono spesso placidi e sono navigabili con facilità: così, se l'Atlantico rendeva qualsiasi tentativo di navigazione in mare aperto equiparabile a una vera e propria sfida alla morte, proprio i fiumi facilitarono gli spostamenti e la circolazione di uomini, idee e prodotti.
Pur offrendo risorse naturali sufficienti a stabilizzare la presenza di gruppi umani, l'ambiente della foresta condizionò la possibilità di praticare l'agricoltura estensiva nelle pianure e limitò la densità di popolazione; in compenso, i rilievi ricchi di metalli fornirono materie prime determinanti in quest'epoca.
L'ORGANIZZAZIONE DELL'ECONOMIA.
Gli esordi della metallurgia. La diffusione delle tecnologie del rame e del bronzo avvenne per opera di mercanti cretesi e micenei, che risalirono la valle del Danubio alla ricerca di giacimenti. A partire dal III millennio a.C., gli utensili in rame cominciarono a comparire nelle terre oggi occupate dagli Stati della Romania e della Moldavia; fra i monti dell'Europa centrale, la lavorazione del bronzo iniziò solo agli albori del millennio successivo e, da lì, si diffuse sia verso la Germania nord-occidentale, il bacino del Baltico e la Scandinavia, sia verso le isole britanniche, sia verso la penisola iberica.
Il bronzo in Europa. Verso il 1.700 a.C., la produzione di oggetti metallici aveva coinvolto quasi tutto il continente: elmi, scudi, spade, pugnali, punte di freccia e di giavellotto, asce, falci e gioielli venivano fabbricati con stili che, pur originali, risentivano dell'influenza egea. Le forme dei manufatti consentono di distinguere, nella sostanziale unità dell'entroterra europeo, vari comprensori dotati di caratteri propri: la regione del Reno; quella dell'alto Danubio (Baviera, Austria, Boemia meridionale, Turingia meridionale e Slovenia); quella fra Germania orientale e la Polonia occidentale; quella fra l'Ungheria settentrionale e la Slovacchia; le isole britanniche; la penisola iberica. Non a caso, queste regioni s'imperniarono su aree ricche di metalli: la Germania centrale, le Alpi austriache, la Transilvania, i Monti Metalliferi, i Monti Cantabrici e la Sierra Morena, la Cornovaglia e i rilievi dell'Irlanda meridionale.
Artigianato e commercio. Lo sviluppo delle tecniche metallurgiche incrementò il baratto di manufatti, attività che vide impegnati i mercanti provenienti dal mondo mediterraneo e gli esponenti più autorevoli dei gruppi continentali. A partire dal XIII secolo a.C., gli oggetti metallici prodotti dagli artigiani dell'Europa continentale fecero il loro ingresso in Grecia e a Creta, ma anche in Siria ed in Egitto. Pure l'ambra, una resina fossile abbondante presso le rive del Baltico e nella penisola dello Jutland (odierna Danimarca), fu assai richiesta dalle civiltà urbane poiché ritenuta portatrice di virtù magiche grazie alla proprietà di caricarsi di elettricità statica. I villaggi europei iniziarono ad importare monili d'oro o di maiolica e stoffe pregiate, beni di lusso destinati a evidenziare il prestigio dei ceti dominanti.
Agricoltura e allevamento. La crescita economica portata dagli scambi coinvolse anche la produzione di alimenti. L'agricoltura non aveva mai avuto una funzione economica trainante in Europa e aveva svolto un ruolo di pura sussistenza, necessariamente supportato dalla caccia, dalla pesca e dall'allevamento; del resto, la configurazione ambientale aveva confinato le colture nelle poche zone pianeggianti libere da foreste e da paludi.
Nella prima metà del II millennio a.C., grazie ai rapporti con il Mediterraneo orientale, le tecniche cerealicole passarono dalla zappa all'aratro. L'aumento delle rese che conseguì invogliò ad aggredire gli spazi selvaggi: per ricavare nuove terre coltivabili, molti boschi vennero abbattuti o bruciati e varie aree palustri furono bonificate; i campi assunsero una forma più regolare, quadrata, e vennero circondati da canali di scolo o da terrapieni. L'allevamento, tradizionalmente praticato allo stato brado, sfruttava la foresta come fonte di nutrimento del bestiame; ai maiali, alle pecore e alle capre si aggiunsero i cavalli, che, attaccati ai carri a quattro ruote, resero più comodi ed efficienti gli spostamenti terrestri.
LE COMPONENTI DELLA SOCIETà.
Un'organizzazione più complessa. La crescita economica rivoluzionò le primitive società di villaggio, fondate sul possesso comunitario dei mezzi di produzione. Il ceto dei guerrieri, libero da compiti produttivi e mantenuto dai doni in natura offerti dai contadini, fu spesso guidato da un principe, che guidava l'esercito e la tribù. Il potere monarchico, di solito trasmesso per via ereditaria nella cerchia dei parenti stretti, non era assoluto, ma diviso con un consiglio che riuniva i guerrieri o gli anziani ed era influenzato dai maghi-stregoni. La specializzazione garantì indipendenza e benessere agli artigiani, mentre agricoltori e pastori furono confinati in una posizione totalmente subalterna.
L'incremento demografico. Fin dalla metà del II millennio a.C., la crescita della popolazione raggiunse proporzione vistose, dando vita ad addensamenti nelle zone abitate e a massicci spostamenti. Verso il 1.300 a.C. un'onda migratoria partì dal medio corso del Danubio e si irradiò su tre direttrici: verso Nord, investì la Polonia e la Germania centrale; verso Sud e Ovest, interessò la Francia occidentale, l'Italia e la Spagna settentrionale; verso Sud-Est, recò distruzione e sconvolgimenti politici in Grecia e nel Vicino Oriente, dove fu ricordata come l'invasione dei Popoli del Mare.
IL SAPERE.
Le culture. Non sappiamo molto sui livelli di conoscenza raggiunti in Europa durante l'Età del bronzo, a causa della totale assenza di scrittura; dobbiamo perciò limitarci agli elementi di cultura materiale emersi nel corso degli scavi, in base ai quali gli archeologi hanno distinto varie culture.
La cultura di Aunjetitz prese forma verso il 1.700 a.C. ed ebbe per bacino di diffusione la Germania centrale, la Boemia e l'Austria inferiore. Si manifestò con le cosiddette "tombe dei principi", sepolture celate sotto tumuli di terra alti fino a otto metri e costituite da camere edificate con tronchi di quercia. Le salme, deposte entro fosse profonde, circondate e coperte di pietre, furono adagiate in posizione distesa e corredate da prestigiose offerte funerarie (vasi, ornamenti, armi).
Verso il 1.300 a.C., la cultura di Aunjetitz si estese fino a interessare una vasta area, compresa fra Baviera, Austria, Boemia meridionale e Turingia meridionale, e prese il nome di cultura delle tombe a tumulo.
La cultura dei campi di urne si formò nel XIV secolo a.C.. La pratica della cremazione dei morti, le cui ceneri erano deposte all'interno di urne poi sotterrate in grandi cimiteri, sostituì quella dell'inumazione. I campi di urne si estesero quanto le aree interessate dalla straordinaria migrazione di quell'epoca: dalla Spagna settentrionale all'Italia, dalla Francia occidentale alla Germania centrale, dalla Boemia alla Polonia, dai Balcani all'Asia Minore alle coste del Mediterraneo orientale.
La cultura nordica riguardò la Germania settentrionale, la Danimarca e la Svezia meridionale. Dalla fine del II millennio a.C., anche in quest'area i morti vennero sepolti in tombe a tumulo di pietra ricoperte di torba. I corpi furono deposti in sarcofaghi di quercia e attorniati con un viatico composto di vesti, ornamenti e oggetti d'uso quotidiano. In epoche successive, l'inumazione fu sostituita dalla cremazione.
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Unità 2 - Sezione 5: Le culture dell'entroterra europeo |
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